AUTOSOSPENSIONE DI CAMILLO E' UNA FARSA
In seguito al nostro intervento introduttivo in aula, il consiglio del Municipio XII si è interrotto per oltre un’ora e mezza per affrontare il problema dell’incompatibilità del consigliere e presidente del consiglio Massimo Di Camillo. Tra sedute della conferenza dei capigruppo e riunioni di maggioranza è trascorso un lasso di tempo in cui il M5S ha cercato ogni scusa per infrangere la legge e prendere tempo, laddove il Testo Unico Enti Locali parla chiaro e non ammette eccezioni, imponendo al consiglio di pronunciarsi immediatamente per assegnare un termine di 10 giorni onde consentire al consigliere incompatibile di presentare memorie o di eliminare le cause di incompatibilità. La maggioranza grillina ha tuttavia agito nel modo più illegale che potesse fare, programmando ad un prossimo consiglio di discutere la risoluzione che avevamo presentato, come previsto dall’art. 63 del TUEL.
Orbene, se il consiglio è diretto e convocato dal presidente che nel nostro caso è incompatibile, siamo nella condizione paradossale che il controllore è nelle mani del controllato e può prendersi tutto il tempo che vuole. Oggi abbiamo assistito al fai-da-te della legalità del M5S al Municipio XII. Un fatto intollerabile senza precedenti. Ieri abbiamo inviato una nota al prefetto di Roma per chiedere di presentare ricorso al Tribunale di Roma per avviare la procedura di decadenza.
Così in una nota congiunta i consiglieri di Fratelli d'Italia del Municipio XII Giovanni Picone, Marco Giudici e Francesca Grosseto